Birre R-Esist al Res Lab
“Attualmente abbiamo tre birre stabili – la British Golden Ale Exodus, la Belgian Pale Ale Montezuma e la India Pale Ale Horses – più le stagionali, l’ultima è la Demetra, una Fruit Weiss con Fragola Candonga di Policoro”. Le birre R-Esist vengono prodotte con un impianto semi-manuale a due tini da 10 ettoliotri in doppia cotta, “in questo modo possiamo controllare personalmente ogni fase del processo produttivo e dare un taglio personale a ogni birra”. Il tutto avviene in un’antica cantina monastica del 1200, adibita anche a cantina di fermentazione.
Raffaele – Mastro birraio

Cosa si mangia al Res Lab
Il menu cambia spessissimo e, come sempre più spesso avviene, non è suddiviso tra antipasti, primi e secondi. Nell’ultimo spiccano le tipiche polpette di pane lucane, qui proposte con granchio – “utilizzo i granchi blu, che sono invasivi e mi danno molta soddisfazione” – e chimichurri, la Picanha di agnello dry age, cachi fermentati, cucunci e alghe, il Tataki di cavallo marinato nello shiokoji, peperone crusco e olive dolci o l’Otoro di tonno (la parte più vicina alla testa) e dashi allo zafferano lucano. Un miracolo considerando che Francesco lavora in una cucina che è due metri per due. L’ultima domanda sorge spontanea: perché proprio a Montescaglioso? “Per resistere allo spopolamento, perché se si vuole che la propria terra migliori, tocca rimboccarsi le maniche e investire nel proprio territorio. Non vediamo altre alternative”. Nemmeno noi.
Francesco – Chef



